PADOVA (martedì 7 Maggio 2024) – Sono circa 4mila morti in più in 34 anni nell’area rossa causati da Pfas. E’ quanto emerge da uno studio condotto da un team dell’Università di Padova e diretto dal professor Annibale Biggere, che ha messo in evidenzia le conseguenze drammatiche dell’inquinamento da Pfas nell’Area Rossa del Veneto.
di “Andrea Scordino“
Lo studio mostra per la prima volta la correlazione tra l’esposizione al Pfas e l’aumento del tasso di mortalità per malattie cardiovascolari. Ad avere la peggio sarebbero i giovani, soprattutto chi fin da piccolo è stato esposto a queste sostanze. I dati infatti confermano l’aumento dei casi di tumori con l’abbassarsi dell’eta.
Le sostanze utilizzate nei processi industriali sono state disperse nell’ambiente provocando una contaminazione preoccupante delle acque superficiali, sottorranee e potabili, che ha interessato circa 350mila persone.
Lo studio, condotto dall’Università di Padova in collaborazione con il Registro Tumori dell’Emilia-Romagna e il Servizio statistico dell’Istituto Superiore di Sanità e con il contributo di “Citizen Science” è stato portato all’attenzione del pubblico dal gruppo “Mamme No Pfas” delle province di Vicenza, Padova e Verona. I dati rivelano un eccesso di ben 3800 decessi tra il 1985 e il 2018 nelle aree contaminate da Pfas, pari a una media di una morte ogni tre giorni.
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