PADOVA (venerdì 14 Giugno 2024) – Erano stati licenziati senza alcun motivo al termine del contratto di apprendistato, ma il tribunale del lavoro condanna l’azienda ad un risarcimento nei confronti dei due lavoratori.
di “Andrea Scordino”
Il tribunale del lavoro di Padova ha condannao la Professional Solution srl, azienda che svolge le consegne per Amazon, a Vigonza, a risarcire due lavoratori assunti con contratto di apprendistato e licenziati non appena scaduto i termini dello stesso. Si tratta di un italiano e un cittadino ucraino.
Due sentenze che indubbiamente costituiscono una grande vittoria e che, a distanza di anni, dimostrano che avevamo ragione a ritenere che c’era un uso distorto dei contratti di apprendistato. E, soprattutto, due sentenze che aprono la strada a decine di possibili ricorsi perché sono stati tanti gli autisti assunti con un contratto di apprendistato da società che lavorano per Amazon per poi venire lasciati a casa, commenta soddisfatto Daniel Perta, segretario della Filt Cgil a Padova che ha seguito la vicenda dei due lavoratori.
I due lavoratori erano stati assunti con un contratto di apprendistato professionalizzante al raggiungimento della qualifica di autista, ma di fatto ai due apprendisti – continua Perta – veniva dato un mezzo con cui consegnare le merci per tutto il loro turno e di fatto tra loro e un autista normale non c’era nessuna differenza. Allora siamo di fronte ad un abuso, a maggior ragione se poi, una volta concluso il periodo di apprendistato, che dura decine di mesi, si viene pure licenziati perché ormai non più in grado di garantire quelle agevolazioni fiscali che ne hanno determinato l’assunzione. Ed è quello che faceva la Professional Solutions srl, dice il segretario della Filt Cgil Padova Perta.
Con le due sentenza del 23 Maggio 2024 il giudice del Lavoro del Tribunale di Padova, Mauro Dallacasa, ha dimostrato che la decadenza del periodo di apprendistato non costituisce motivo di licenziamento e che va ritenuto in entrambi i casi privo di motivazione e quindi ingiustificato che ne consegue dei risarcimenti. Entrambi i due lavoratori non erano interessati al reintegro, in quanto già in possesso di un nuovo lavoro, ma volevano essere risarciti per i danni economici provocati dal licenziamento. Ed ecco che il giudice gli ha dato ragione. La Professional Solutions srl è stata condannata ad un risarcimento di più di 8mila euro ad entrambi i lavoratori; al lavoratore ucraino, in più anche un’indennità di 20 mensilità non spettanti al lavoratore italiano che aveva impugnato il licenziamento oltre i termini consentiti), a pagare le spese per le cause (7 mila e 3mila euro) e quelle per il consulente tecnico d’ufficio (11 mila euro a causa).
Se Amazon pensa che quel che avviene all’interno delle società a cui affida le proprie attività non la riguardi si sbaglia di grosso e sentenze come quelle del tribunale di Padova servono a ricordarglielo, ha concluso Daniel Perta.
Tag: Padova Last modified: Giugno 14, 2024