Padova (mercoledì, 5 marzo 2025) — Le consigliere regionali del Partito Democratico, Vanessa Camani e Anna Maria Bigon, hanno sollevato un serio allarme sulla carenza di medici di famiglia nel territorio veneto, citando i dati del rapporto Gimbe. Secondo le due esponenti del PD, il quadro descritto dal rapporto è preoccupante e riflette una realtà ben lontana dalle ottimistiche dichiarazioni del presidente Zaia, che tende a ignorare le gravi lacune nella sanità territoriale.
di Arianna Furleo
In particolare, i dati evidenziano che la regione è seconda solo alla Lombardia per il numero di medici di medicina generale mancanti, con ben 785 posizioni vacanti, un numero che riflette le conseguenze delle politiche regionali sempre più orientate verso la privatizzazione dei servizi e il depotenziamento della medicina territoriale.
Le difficoltà particolarmente legate alla carenza di medici sono gravi nel Padovano, dove mancano circa 400 professionisti, tra medici di famiglia e guardie mediche. Questo deficit provoca disagi in particolare nei piccoli comuni e nelle zone più svantaggiate, dove la mancanza di un presidio sanitario adeguato aggrava ulteriormente le difficoltà degli abitanti.
Le consiglieri propongono una serie di soluzioni concrete, come l’adeguamento delle borse di studio per la formazione, la trasformazione della scuola regionale per medicina generale in una specializzazione universitaria, e il rafforzamento del personale amministrativo. Solo così, sostengono, sarà possibile attrarre nuovi professionisti e ridurre il sovraccarico degli ospedali e del pronto soccorso, che malati anch’essi sotto il peso di un sistema sanitario già fragile.
Last modified: Marzo 5, 2025