Si chiama “Wish – Women Intimate Shelter” il progetto dell’Università di Padova che intende promuovere e raccogliere fondi per la ricerca medica che analizza le conseguenze fisiopatologiche sul corpo della donna a seguito di comportamenti violenti del partner.
Di Silvia Argento
Padova in prima linea è stata una città scossa dal terremoto della violenza di genere ultimamente. Con il caso di Giulia Cecchettin che ha messo in evidenza quanta strada ancora ci sia da fare prima di arrivare a una consapevolezza in merito. L’Università di Padova non si limita con l’iniziativa Wish – Women Intimate Shelter ai soliti dibattiti, ma propone un’azione concreta di aiuto attraverso la ricerca medica. Infatti, oltre ai danni psicologici, sono molti i danni fisici che le donne subiscono dai partner secondo le statistiche.
Secondo i dati Istat in Italia quasi 7 milioni di donne hanno subito volenze fisiche e sessuali nell’arco della propria vita e 652.000 di esse sono state stuprate, reato commesso nel 62,7% dei casi, dal partner maschile. Oltre alle lesioni fisiche dovute quindi alla violenza fisica concreta, chiamata Intimate partner violence – IPV, sono diverse le patologie che subire violenza può provocare. L’esempio più semplice è l’emicrania, ma anche disturbi d’ansia, la depressione, insonnia, ulcera e malattie cardiovascolari. Malgrado questi dati, non esiste una ricerca medica ben definita su questo tema.
Ecco perché l’università di Padova e in particolare il Dipartimento di Scienze Biomediche, guidato dal dott. Jacopo Agrimi e dal prof. Nazareno Paolocci, si propongono di indagare le cause di queste conseguenze, esaminare i meccanismi biologici, testare nuovi farmaci, e soprattutto trovare un tratto patologico comune.
Tag: Università di Padova, Violenza sulle donne, Wish Last modified: Marzo 21, 2024