immagine presa da: amnesty.it
Da Palazzo Moroni in collegamento il padre di Assange con giornalisti, assessori e associazioni per difendere la libertà di stampa.
di “Andrea Scordino“
Palazzo Moroni venerdì sera (16 febbraio) si è fatto portavoce di una delle cause di violazione di diritti umani più discusse nell’ultimo decennio: il caso di Julian Assange. In Sala Anziani infatti ha avuto luogo un collegamento dall’Australia con il padre del giornalista, John Shipton.
Il 20-21 febbraio l’Alta Corte britannica si pronuncerà in merito all’ultima possibile istanza d’appello di Assange contro la richiesta di estradizione negli Stati Uniti, decretato nel 2022 dall’allora ministra britannica degli interni Priti Patel . Se dovesse essere accolta, il fondatore della piattaforma Wikileaks rischierebbe fino a 175 anni di carcere duro per violazione di segreti di Stato.
Nel 2010 sono stati pubblicati su Wikileaks circa 600 mila documenti che rivelavano crimini di guerra in Iraq e Afghanistan da parte dell’esercito americano e la continua violazione dei diritti umani nella prigione di Guantanamo Bay nell’isola di Cuba.
Diverse personalità di spicco erano presenti venerdì sera a Palazzo Moroni per sostenere la causa di Assange, tra questi il giornalista Beppe Giulietti presidente di articolo 21, presente anche l’assessora Benciolini che apre alla possibilità per Assange di ricevere la cittadinanza onoraria; anche il centro dei diritti umani dell’Università e i Giuristi democratici presenti per sostenere la causa di Assange.
Il 20 febbraio di fronte a Palazzo Moroni ci sarà un sit-in contro l’estradizione del giornalista, organizzato da Amnesty International.
Last modified: Febbraio 18, 2024