“Nel 2050 ci saranno in Italia 8 milioni di over 80. L’unico modo è iniziare a reperire più personale”.
di “Andrea Scordino“
Nel capoluogo Padovano mancano 918 posti letto già autorizzati e accreditabili nelle case di Riposo. Questo dato proviene dall’ultimo report del gruppo di lavoro unitario sui temi sindacati e sociosanitari dei sindacati Veneti di Spi, cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil,.
Come segnala il Mattino di Padova, secondo Roberto Volpe, presidente dell’Unione regionale delle case di risposo (Uripa), il problema è dovuto sopratutto alla mancanza di personale.
“Dopo il Covid c’è stato un boom di richieste di ricovero e le domande in lista d’attesa sono triplicate. In trent’anni – aggiunge Volpe- non mi era mai capitato di ricevere 5-6 telefonate al giorno, di richieste di accoglienza, compreso il weekend”.
A causa della carenza di personale spiega il presidente Uripa: “La maggior parte delle strutture è giusto in grado di garantire il turnover, coprendo solo i posti che si liberano. Con una carenza ormai strutturale di personale, infatti, non è possibile andare oltre la gestione dell’esistente”.
In aggiunta alla mancanza di personale sanitario, si inserisce anche il problema economico. “Ad oggi le rette con impegnativa nel Padovano variano da 45 a 94,82 euro al giorno”, ma un ulteriore problema è alle porte per la tutela degli anziani: “visto che, in prospettiva futura, le pensioni saranno più basse e insufficienti a coprire le rette”.
L’analisi della situazione è “impressionante”.
Se oggi si stimano 4,8 milioni di over 80 in Italia, nel 2050 saranno otto.
Per gestire un posto letto, spiega Volpe, ci vogliono tre operatori sociosanitari e 6 infermieri per coprire un turno H24.
Secondo il presidente un modo per risollevare il sistema delle RSA sarebbe quello di “iniziare a reperire più personale possibile“, ma “questo è possibile solo cominciando a ragionare sull’immigrazione guidata per far arrivare infermieri e operatori sociosanitari, è fondamentale sottoscrivere accordi internazionali con i Paesi che hanno un numero di operatori superiori al fabbisogno o i licei sociosanitari”. Guardando anche agli investimenti del pubblico nel settore, Volpe conclude dicendo: “Nel secondo Paese più vecchio al mondo è assurdo che all’interno del Pnrr non sia stato inserito nemmeno un euro per le case di riposo”.