“Questa situazione finisce per favorire imprenditori e aziende senza scrupoli”.
di “Andrea Scordino“
Undici operai su 12 presenti durante i controlli sono risultati essere pagati in nero. Accertata anche la presenza irregolare sul territorio nazionale di 4 operai, di origine moldava, tutti sprovvisti di documenti. È questo quello che è emerso dall’ispezione delle fiamme gialle su alcuni cantieri edili nella zona di Astichello di Venezia. Gli inquirenti hanno accertato che gli operai irregolari sarebbero riconducibili a tre differenti società con sede a Sant’Angelo di Piove di Sacco (Padova), Brescia e Trento.
In merito alla vicenda non è arrivata a tardare l’opinione dei sindacati, tra questi si è espresso Roberto Toigo, segretario generale Uil Veneto: “E’ sempre disarmante quando si apprende di notizie di irregolarità e illegalità nell’ambito del lavoro. Quel lavoro che la nostra Costituzione difende come un diritto inequivocabile per ciascuna persona capace di assicurare per sé e per la propria famiglia una vita dignitosa. Grazie alla preziosa operazione della Guardia di Finanza, infatti, sono stati scoperti, alcuni lavoratori irregolari, alcuni dei quali addirittura privi di documenti”.
Dalle dichiarazioni di Toigo emerge un altro elemento fondamentale, cioè il tema della sicurezza per i lavoratori: “Ricordiamo che laddove primeggia l’illegalità scarseggia la sicurezza e svaniscono i diritti di chi lavora. E’inconcepibile che ancora non si sia compresa l’importanza di lavorare tutti insieme, istituzioni, organizzazioni datoriali, sindacati, cittadini, per evitare tutto questo e contribuire invece alla costruzione di una società giusta a garanzia anche delle generazioni future”.
Sull’indagine della Guardia di Finanza, è intervenuto anche Diop Alioune Badara, della segreteria Cgil: “Le persone possono anche essere senza permesso ma devono comunque mangiare. Vivono nel nostro territorio ma non essendo riconosciute da nessuno rimangono in una condizione precaria perenne. E’ la condizione giuiridica in cui si trovano che non gli permette di fare diversamente e quindi è chiaro che sono costretti ad accettare qualsiasi condizione di lavoro, fermo restando che poi c’è qualcuno che si approfitta. Le persone, se sono nel territorio devono prima lavorare e per farlo devono avere un permesso di soggiorno. Quindi diventa difficile visto il numero di persone senza documenti presenti. E’ l’impianto della legge Bossi – Fini, che va rivisto. A maggior ragione dopo 24 anni, perché non risponde neppure più alle esigenze e alla realtà che stiamo vivendo ora. Questa situazione finisce per favorire imprenditori e aziende senza scrupoli, che si fanno forti dell’esigenza di queste persone di trovare di che vivere, facendo leva sulla disperazione ottengono una manodopera a bassissimo costo. In fondo sembra lo scenario di Firenze. Qui per fortuna non è finita in tragedia, ma quando si opera in queste condizioni, i drammi sono dietro l’angolo”.
Last modified: Marzo 13, 2024