L’analista Dario Fabbri ha recentemente esaminato le possibili implicazioni della vittoria di Donald Trump alle prossime elezioni presidenziali degli Stati Uniti, concentrandosi principalmente sulla politica estera e sugli impatti che ciò potrebbe avere su paesi come l’Italia.
Di Daniel Caria
Fabbri ha sottolineato che, nonostante le dichiarazioni di Trump sulla NATO e la sua volontà di ritirare le truppe americane dal mondo, i presidenti negli Stati Uniti devono fare i conti con i limiti imposti dai diversi corpi di intelligence e dagli apparati statali. Ha evidenziato come Trump, durante il suo mandato, abbia cercato di avvicinarsi alla Russia, ma è stato oggetto di un procedimento di impeachment in relazione a una richiesta di indagine sul figlio di Biden fatta al presidente ucraino Zelensky.
Il dibattito si è poi concentrato sulla politica estera di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, e le possibili sfide che potrebbe affrontare in caso di una vittoria di Trump. Fabbri ha evidenziato la complessità di una politica estera basata su posizioni molto specifiche, come quella riguardante l’Ucraina, e ha sottolineato che un cambiamento di amministrazione negli Stati Uniti può portare a una riconsiderazione della politica estera italiana.
Infine, Fabbri ha citato l’esempio di Giuseppe Conte, l’ex primo ministro italiano, che si è trovato in una posizione delicata durante il suo primo governo in relazione alle indagini su Trump. Ha evidenziato come la decisione di Conte di accontentare entrambe le parti coinvolte (gli apparati americani e Trump) possa rappresentare un caso di studio per i leader politici italiani nelle situazioni simili.
In conclusione, Fabbri ha notato come la politica estera italiana potrebbe subire cambiamenti significativi a seguito di un cambiamento nell’amministrazione americana, e ha suggerito che la chiave sta nell’ascolto degli apparati statali che spesso influenzano tali decisioni.
Last modified: Marzo 9, 2024
