Il rossetto rosso fa parlare di sé da secoli.
Con la sua storia, lega generazioni di donne e amanti del make up, ma ha memoria travagliata, con percorsi che
di Domizia Di Crocco
sono stati decisivi a trasformarlo in ciò che rappresenta oggi.
È stato usato come simbolo per un proprio status : serviva per distinguersi.
Nel medioevo simboleggiava la prostituzione e il demonio.
Da cosmetico peccaminoso, il rossetto scarlatto è stato riabilitato dalla regina Elisabetta I, la sovrana inglese che lo sfoggiava con orgoglio al contrario della Regina Vittoria che lo ripudiava.
Le origini sono mesopotamiche: la regina sumera Pu-Abi, sovrana della città di Ur, aveva l’abitudine di ravvivare le labbra con una miscela di rocce rosse e piombo bianco, dando vita alla fama del rossetto , simbolo di prestigio sociale.
Per le donne romane tingersi le labbra con il “purpurissum” era un gesto senza genere, utilizzato per distinguere il proprio status. Tra le amanti del purpurissum spunta Poppea, moglie di Nerone, che si narra avesse una squadra di addetti alla cura delle sue labbra.
Nell’antica Grecia, le prostitute erano costrette a tingersi le labbra di rosso per identificare la propria professione.
A dargli potere, elevarlo a simbolo di ribellione ed emancipazione femminile è stata Elizabeth Arden, con i suoi noti marchi di cosmetici, nella New York del 1912 manifestando e distribuendo rossetti rossi nelle “city place”.
Durante il fascismo , il rossetto rosso era sulla lista nera di Hitler che identificava la purezza ariana in un volto senza trucco.
Per tutta la durata della Seconda Guerra Mondiale, il cosmetico divenne obbligatorio per le donne che si arruolavano nell’esercito americano, tanto che è proprio in questo periodo che nascono i primi iconici rossetti rossi dei brand più noti: Helena Rubinstein con Regimental Red, Cyclax con Auxiliary Red mentre Elizabeth Arden lanciò Victory Red accompagnato dallo smalto Montezuma Red, coordinata con i bordi rossi delle uniformi del Corpo dei Marines.
Dopo il fenomeno bellico Sempre sulla bocca di Marilyn Monroe, Betty Page e Liz Taylor, ma anche delle donne della politica come Margaret Tatcher e Alexandria Ocasio-Cortez.
Nella modernità viene utilizzato come protesta per ottenere consensi ed identificare lotte di giustizia sociale di genere.
Nella contemporaneità dal rossetto rosso l’attenzione si sposta sul colore rosso tinteggiando tutto ciò che rappresenta la donna : abbiamo visto in passerella scarpe rosse per la lotta al femminicidio, manifesti contro la violenza di genere, e “Dulcis in fundo” il codice rosso!