Padova (domenica, 6 aprile 2025) — Il Centro di Medicina Iperbarica di Padova ha registrato un aumento preoccupante dei casi di intossicazione da monossido di carbonio durante questo inverno, trattando 34 pazienti rispetto ai 16 dell’anno precedente. Il 20% di questi casi è stato grave. Le cause principali di questo aumento sono attribuite alle temperature rigide e alla crescente povertà, che spingono molte persone a riscaldarsi con metodi pericolosi come bracieri e stufe non a norma. Un altro fattore determinante è l’uso di caldaie obsolete o non adeguatamente manutenute, che sono responsabili di molte delle intossicazioni.
di Virginia Spennacchio
Secondo i dati di Cna Padova, circa 46.000 caldaie di vecchia generazione sono ancora in uso nella provincia, e molte di queste sono prive della necessaria manutenzione, aumentando il rischio di incidenti. Nel periodo 2020-2022, uno studio condotto dalla Provincia di Padova ha rilevato che oltre il 36% degli impianti ispezionati non erano conformi. La manutenzione è essenziale non solo per garantire la sicurezza, ma anche per ridurre i consumi energetici e l’impatto ambientale. Le caldaie datate, in particolare, sono più soggette a guasti e a perdite di gas, che possono portare a esplosioni o incendi. Inoltre, gli impianti a pellet e a legna, se non correttamente manutenuti, rappresentano un ulteriore rischio.
I sintomi di intossicazione da monossido di carbonio, come mal di testa, nausea, vertigini e debolezza, sono spesso confusi con malesseri stagionali. Tuttavia, la presenza di una caldaia vecchia o di un impianto malfunzionante può essere un campanello d’allarme. In caso di sospetto, è fondamentale contattare subito i soccorsi, poiché l’intossicazione grave può portare a difficoltà respiratorie e perdita di coscienza. Il Centro Iperbarico di Padova ha trattato diversi casi gravi, con successo, grazie all’ossigenoterapia iperbarica.
Last modified: Aprile 6, 2025