A Padova, circa trecento studenti dell’Itis G. Marconi hanno deciso di alzare la voce contro le decisioni della dirigenza scolastica riguardanti il “sequestro” dei cellulari. La preside dell’istituto ha introdotto delle cassette in cui gli studenti devono inserire i loro telefoni per l’intera giornata, senza che né il personale Ata né i docenti si prendano responsabilità in caso di furto o danneggiamento. Questa decisione ha scatenato la protesta degli studenti, che ritengono tale misura inaccettabile e priva di senso.
Di Daniel Caria
In una nota congiunta, i quattro rappresentanti d’istituto hanno espresso la loro contrarietà alla decisione della preside, sottolineando che è inaccettabile privare gli studenti dell’utilizzo del cellulare in casi di emergenza. Inoltre, hanno evidenziato l’ingiustizia di far ricadere sulle famiglie la responsabilità di eventuali furti o danneggiamenti ai dispositivi.
L’obiettivo della protesta degli studenti è chiaro: ottenere un passo indietro da parte della preside riguardo alla politica del “sequestro” dei cellulari. In caso contrario, hanno dichiarato di essere pronti a continuare la loro lotta.
Lorenzo Moro di Azione Studentesca ha espresso la solidarietà del suo movimento nei confronti degli studenti che protestano. Ha sottolineato che è inconcepibile che le istituzioni scolastiche trattino gli studenti come bambini, privandoli della possibilità di utilizzare i propri dispositivi e deresponsabilizzandoli. Ha inoltre evidenziato la necessità di utilizzare i fondi destinati ai cassetti per i cellulari in modo più costruttivo, ad esempio finanziando attività che arricchiscano l’esperienza educativa degli studenti.
Moro ha annunciato che Azione Studentesca si attiverà non solo per sostenere la protesta degli studenti sulle strade, ma anche attraverso gli organi di rappresentanza studentesca, come la Consulta degli studenti. Si impegna a portare avanti la voce degli studenti e a richiedere risposte chiare dalla preside.
La protesta degli studenti dell’Itis G. Marconi a Padova rappresenta un esempio di mobilitazione studentesca per difendere i propri diritti e chiedere un cambiamento nella politica scolastica.
Last modified: Marzo 14, 2024