La nostra personalità spesso cambia e si “sdoppia” a seconda della situazione in cui ci troviamo e cambia rispetto a chi ci
Domizia Di Crocco
troviamo davanti.
Assumiamo una poliedricità di aspetti per la tendenza ad apparire, motivo per cui ci trasformiamo e appariamo diversi da come realmente siamo o crediamo di essere.
E allora si crea nello stesso uomo una doppia personalità, come se due persone vivessero nello stesso corpo. L’una è l’uomo vero, quello che è cresciuto fino adesso, tranquillo e sereno mentre l’altra è l’uomo che compare quando la situazione si fa difficile, quando il vero uomo non ce la può fare contando solo sulle proprie forze, e si affida su qualcuno che possa aiutarlo a districarsi dall’ingarbugliamento della sua vita.
Nella storia è uno sdoppiamento elementare e basilare, ma tuttavia esistono casi più complessi, in cui lo sdoppiamento della personalità raggiunge esiti più profondi e, talvolta, estremi. Può capitare, infatti, che un evento traumatico possa creare in un uomo una situazione di instabilità e insicurezza, una sorta di cambiamento dell’habitat dell’animo umano che porta l’uomo a non sentirsi più a suo agio con se stesso, con il mondo e con le persone che lo circondano.
Così, per affrontare il quotidiano, crea e sostituisce completamente a se stesso un uomo nuovo, che del vecchio ha solo il nome e l’aspetto esteriore e che non viene percepito dagli altri, perché gli occhi consentono di vedere solo l’esterno, e continuano a vivere e a rapportarsi con lui come se nulla fosse cambiato. Infatti, solo l’uomo in questione sa del cambiamento, forse per i primi tempi, poi ne è completamente assorbito che nemmeno si rende conto se è l’uno o l’altro.
Nell’arte il tema dello sdoppiamento della persona e dell’identità è presente nell’immaginario di tutti i tempi e ha prodotto numerose manifestazioni artistiche, trovando larga diffusione negli ultimi anni dell’Ottocento e nei primi del Novecento: i gemelli, l’ombra, il riflesso, lo specchio, sono alcune delle espressioni di questo “altro di sé” che mantiene con il soggetto un legame forte, spesso rappresentandone il contrario o il lato oscuro e inespresso.
Questo tema ha antecedenti nella letteratura latina del II secolo d.C. con “Le Metamorfosi” di Apuleio, nella letteratura fantastica dell’Ottocento con “Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde ” di Stevenson e nella narrativa europea della prima metà del Novecento con l’approfondirsi della crisi d’identità dell’artista e la scoperta psicanalitica della contraddittoria complessità della psiche.