Padova (martedì, 15 aprile 2025) — L’uomo arrestato a Padova con l’accusa di sequestro di persona e violenza sessuale aggravata era stato scarcerato da meno di 24 ore.
di Virginia Spennacchio
Si tratta di un cittadino kosovaro di 36 anni, con numerosi precedenti penali e irregolare sul territorio italiano. Secondo quanto ricostruito dalla Squadra Mobile, l’uomo avrebbe attirato con un inganno una donna albanese di 37 anni, contattandola telefonicamente e facendole credere che il figlio diciottenne fosse in pericolo.Una volta che la donna è scesa in strada, l’uomo le avrebbe mostrato una pistola nascosta nella cintura dei pantaloni, costringendola con la minaccia dell’arma a seguirlo. La vittima è stata portata in un primo appartamento e successivamente trasferita in una seconda abitazione disabitata. Lì sarebbe stata trattenuta contro la propria volontà e costretta a subire più violenze per circa due ore. Solo dopo aver ricevuto una telefonata dal figlio, scoprendo che non era mai stato in pericolo, la donna è riuscita a fuggire e a lanciare l’allarme al 113. Accompagnata in ospedale, ha poi raccontato tutto agli investigatori. La polizia ha avviato immediatamente le ricerche, setacciando diverse zone della città. Dopo due giorni di indagini, il 36enne è stato individuato in un appartamento e arrestato all’alba, mentre dormiva. La notizia ha suscitato forte indignazione, anche da parte del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che ha espresso la sua condanna, sottolineando l’urgenza di controlli più rigorosi su soggetti recidivi una volta scontata la pena.Il caso solleva interrogativi sulla gestione della sicurezza e delle misure post-detentive, alla luce della gravità del reato e dei precedenti dell’arrestato.
Last modified: Aprile 15, 2025