PADOVA (sabato 6 Aprile) – L’operazione della Squadra Mobile ha portato alla luce un grave problema di spaccio di droga a Padova, con il coinvolgimento di minorenni e l’utilizzo di una kebabberia come base operativa. L’arresto dei quattro tunisini e il sequestro di droga e denaro rappresentano un duro colpo al traffico di stupefacenti in città.
di “Andrea Scordino“
Un’importante operazione della Squadra Mobile di Padova ha portato allo smantellamento di una rete di spaccio di droga gestita da quattro cittadini tunisini. Due degli indagati, un 46enne e un 20enne, sono stati arrestati e portati in carcere, mentre altri due, fratelli di 23 e 27 anni, sono attualmente ricercati.
L’indagine è durata diversi mesi e ha preso avvio da alcuni interventi della Squadra Mobile presso la kebabberia di Via Chiesanuova, gestita dal 46enne. In diverse occasioni, gli agenti avevano sequestrato droga e armi, denunciando o arrestando pusher. Il locale, di fatto, era diventato una base operativa per lo spaccio di cocaina e hashish, soprattutto da parte di minorenni stranieri non accompagnati.
I minorenni venivano sfruttati come pusher e alloggiati in un’abitazione di Via San Giovanni Bosco, grazie alla complicità di una donna marocchina pregiudicata per sfruttamento della prostituzione minorile. I proventi dello spaccio, quantificabili in 5.000 euro al giorno, venivano consegnati al 46enne e al suo collaboratore 20enne. L’indagine ha permesso di identificare 37 clienti, alcuni dei quali minorenni, che acquistavano droga consapevolmente da ragazzi sotto i sedicenni. In un caso, un 13enne è stato arrestato più volte per spaccio di cocaina.
Il 20enne è stato arrestato anche per una rapina commessa a luglio, in cui, insieme ad altri, aveva aggredito un connazionale per impossessarsi di una somma di denaro, verosimilmente legata allo spaccio.
Oltre alla kebabberia, sono stati sequestrati 10.000 euro di merce di probabile provenienza furtiva, trovati durante una perquisizione a casa del 46enne. Le intercettazioni hanno rivelato che l’uomo chiedeva ad un complice se stesse vendendo l’oro che i clienti lasciavano come pegno per la droga.
Last modified: Aprile 6, 2024